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Il mio Videocorso e Libro su Pro Tools

Sono usciti in questo periodo due importanti progetti ai quali ho lavorato.

Un video corso di Pro Tools, realizzato in partnership con NAM Milano, frequentabile sul nuovo portale NAM Online, dedicato alla formazione musicale online.

E’ uscito a fine aprile su Amazon il mio manuale sull’utilizzo di Pro Tools: Pro Tools For Breakfast.

La colazione è il primo pasto della giornata, forse il più importante. Questo manuale semplice e pratico vuole essere solo il primo tassello nella conoscenza di tale software. Il libro è disponibile in formato kindle, cartaceo in bianco e nero e cartaceo a colori.

La prefazione è a cura di Matteo Cantaluppi, produttore musicale per Francesco Gabbani, Thegiornalisti, Le Vibrazioni, Dente, Dimartino, Fast Animals and Slow Kids, Ex Otago, Arisa, Bugo, Canova.

Radiospeaker.it partner della NAM di Milano

Radiospeaker.it ha un’importante novità da comunivcarvi. 

E’ iniziata la partnership con la scuola di musica NAM. La collaborazione prevede una scontistica sui rispettivi corsi di formazione.

Tutti gli allievi che frequentano la NAM avranno uno Sconto del 5% su tutti i nostri Corsi di Radio (corso di conduzione radiofonica, corso di regia e post produzione, corso di dizione e fonetica, corso di doppiaggio pubblicitario, corso di telecronaca e radiocronaca), viceversa, tutti gli allievi di Radiospeaker.it potranno accedere ai Corsi della NAM con una scontistica del 5%.

Cos’è il NAM?

Il NAM è un Ente di Formazione Musicale di Milano, accreditato presso Regione Lombardia ed è un’azienda certificata Qualità. Svolge attività di Formazione professionale (corsi professionali) e di scuola di musica (corsi base e di perfezionamento). Canto > Strumento (chitarra, basso, batteria, piano, sax) > Fonico – Sound Designer > DJ > DJ Producer. www.nam.it

Nata nel 1987 con il nome Nuova Accademia di Musica Moderna e sede a Milano in Via Savona, è stata la prima struttura in Italia a offrire una formazione professionale nel campo della musica moderna. Nel 1998 la sede si è trasferita in via Ponte Seveso 27, a due passi dalla stazione Centrale, con un nuovo nome: NAM (Nuova Audio Musicmedia), a sottolineare la modernizzazione della struttura sia nel campo tecnico che nel campo didattico.

Moltissimi allievi che hanno studiato in NAM hanno una carriera professionale nel mondo della musica, in alcuni casi anche di grande successo, come nel caso di Faso e Cesareo degli Elio e le Storie Tese. Ha progettato e realizzato piani di studio che hanno avuto il riconoscimento della Regione Lombardia e della Provincia di Milano secondo il prestigioso “art. 27 l.r. 95/80”. Oggi NAM è uno dei principali punti di riferimento in tutta Italia per discipline quali: – Canto – Strumento ( chitarra, basso, batteria, pianoforte, sax) – Fonico – Sound Designer –

Fieri anche di annunciarvi che la collaborazione è stata resa possibile grazie al nostro docente dei Corsi di Regia e Post Produzione di Milano, Stefano Tumiati.

5 cose che un Regista Radiofonico non deve dimenticare mai

Essere registi radiofonici non è certo una passeggiata. Nel momento in cui si è in onda il regista è l’ultimo anello della catena prima del ponte radio. Egli deve omogeneizzare tutte le fonti audio, organizzare la scaletta sul software di automazione radiofonica e far partire al momentogiusto basi, canzoni e contributi audio.

Ci sono però delle azioni comuni a tutti i registi che non bisogna dimenticare mai.

Vediamole:

NON LASCIARE IL MICROFONO APERTO OFF AIR

Prima regola fondamentale. Se si lascia il microfono aperto fuori onda si sentirà la voce dello speaker mentre va la canzone e i possibili commenti o argomenti da non trattare on air. Se lo speaker è un vero professionista sentirà che le casse dello studio sono spente, quindi che il microfono è acceso, e nel dubbio starà in silenzio e farà dei gesti al regista. Questo utilizzo delle casse funziona solo con dei mixer audio di tipo broadcast.

NON FARE BUCHI

Per buco si intende un momento di silenzio dove nessuna fonte va in onda. Può essere causato sia da un problema tecnico che da una disattenzione del regista. La radio non si ferma mai e quindi ogni attimo di silenzio è potenzialmente un errore. Bisogna fare attenzione a gestire il susseguirsi di basi, canzoni e interventi degli speaker.

IL TEMPISMO

Altra dote fondamentale di un regista: far partire a tempo basi, canzoni, audio,…e aprire al momento giusto il microfono. Il prodotto finale dev’essere omogeneo: finisce una cosa inizia un’altra. Ormai il vero dj è il regista, a parte i casi in cui uno speaker si fa autoregia.

ORDINE E LIVELLO DEI CANALI

Sembrerà banale dirlo ma a tutti può capitare di alzare il fader di un canale invece di un altro. E’ necessario conoscere il mixer con il quale si va in onda e la posizione delle fonti audio su di esso. Per quanto riguarda i livelli parliamo di due gradini di volume: il livello per basi e intro, in genere tarato intorno ai -15/-20 dB, e il livello per la musica, tarato 0 dB.

CABLAGGIO DELLO STUDIO

Conoscere alla perfezione il percorso di ogni segnale audio verso il mixer e dopo di esso è un requisito importantissimo. Nel caso di un eventuale problema bisogna saper trovare il punto in cui il segnale si è interrotto e risolvere l’imprevisto.

Tutto qui? Non credo proprio. 

Articolo pubblicato su Radiospeaker.it e scritto da Stefano Tumiati

Mixer da Studio VS Mixer Broadcast

Il mixer è un’elemento fondamentale per ogni radio e webradio. Tradotto come “miscelatore” appunto ha la funzione di ricevere e mescolare insieme tutte le fonti audio della radio: microfono principale, microfono ospiti, vari player del software di diretta, computer ausiliari, ibridi telefonici, jingle station, ritorni effetti, segnale da altri studi, codec, ecc… Ma che tipo di mixer bisogna usare?

Non c’è una regola generale, se si sanno utilizzare bene vanno bene tutti i mixer. In genere le webradio, o almeno in Italia, utilizzano dei mixer da Live con tutte le funzioni classiche come:

– Gain, serve a portare a livello standard di lavoro il segnale

– Equalizzatori, vanno ad agire sul contenuto in frequenze del suono

– Aux, uscite ausiliarie per mandare una copia del segnale fuori dal mixer, ad esempio ad un ibrido telefonico

– Solo, per sentire solo quel canale e isolarlo dagli altri

– Mute, per non fare sentire quel canale

– Fader, regola il volume del segnale

– Pan, per posizionare la sorgente nello spazio, Left-Centro-Right

– Master, è il fader generale per tutti i canali

Un esempio di mixer da Live è il Soundcraft EMP 12

Sono tutte funzioni utilissime ma ne mancano alcune dedicate all’utilizzo Broadcast, ovvero dell’emissione audio per diffusione tramite i media. Oltre a quasi tutte le funzioni sopracitate troviamo anche:

– Talckback, per parlare fuori onda tra regia e studio se è presente il vetro

– Assegnazione al bus di Rec, per assegnare alla registrazione un canale

– On, per accendere il canale e quindi metterlo in onda

– PFL (Solo), per preascoltare un canale senza mandarlo in onda

– Selezione ascolti, selezionare cosa ascoltare in regia studio (orban, radio, bus rec, pgm)

– Sistema di esclusione delle casse, quando si accende un microfono le casse in quell’ambiente si spengono evitando quindi il tanto fastidioso effetto larsen di cui abbiamo già parlato e se digitali, ormai la maggior parte, hanno anche integrati:

– Compressori digitali, vanno ad agire sulla dinamica del suono

– Equalizzatori digitali, vanno ad agire sulle frequenze presenti nel suono

– Routing interno dei segnali, come si collegano input, output e canali del mixer

– Preset per la diretta (Snapshot), salvataggio di impostazioni di eq e compressore posizione dei canali settati su un particolare programma radiofonico. 

Meno canali fisici ma di più digitali, infatti per un mixer a 6 fader fisici corrispondono in genere 12 canali effetivi e digitali da poter posizionare 6 alla volta.

I mixer broadcast hanno un costo decisamente più elevato dei mixer live, motivo per quale i primi vengono usati da stazioni FM e i secondi da webradio. I mixer broadcast digitali sono ormai i più utilizzati nelle radio, la superficie di controllo è ridotta e tramite un computer annesso al mixer è possibile settare compressori, equalizzatori, routing interno e livelli master audio tutto in digitale. I mixer broadcast sono in genere dotati di un core, un computer, in genere in formato rack dov’è possibile cablare tutte le sorgenti audio e gli output.

I modelli più utilizzati sono quelli della Studer e dell’Axia di cui vi mostriamo due foto:

Mentre in analogico, sopratuttto nelle radio più adulte, è possibile trovare il famoso Soundcraft SAC 200

Articolo pubblicato su Radiospeaker.it e scritto da Stefano Tumiati

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